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Retroscena Solbakken: cosa dicevano del suo arrivo alla Roma

La sorpresa Ola ha vinto la sua sfida, anche in patria dove la sua scelta giallorossa era stata criticata
Martedì 21 febbraio 2023
«Bellissima città, ma qui non si respira». Sembrano lontani i tempi in cui Solbakken appariva come il nemico pubblico numero uno e l'aria di Roma gli sembrava così asfissiante da "costringerlo" a girarsene per l'hotel addirittura a petto nudo e col costume. Sudava e soffriva, il povero Ola, nella torrida primavera capitolina. L'albergo che ospitava il Bodø Glimt a Roma, alla vigilia dei quarti di Conference League, il 12 aprile scorso, somigliava infatti alla location di un party americano tra partite a carte, fisici in bella mostra e bagni a bordo piscina. Sarà stato il clima di rilassatezza, ma i norvegesi uscirono dal campo il giorno dopo con un sonoro 4-0 sul groppone. Dieci mesi fa l'attaccante si lamentava del caldo con l'amico Konradsen, sussurrandogli che in una città genere ci avrebbe messo piede soltanto da avversario; e invece Roma l'ha tentato e sedotto.

Scelta
Ma non è stato tutto rose e fiori. Qualche settimana fa, quando il mercato di gennaio era ancora aperto, la Roma lo escludeva dalla lista Uefa, o meglio era costretta a farlo. Dalla Norvegia più di qualcuno gli diceva: «Hai sbagliato ad andare, chiedi un prestito». Persino qualche giornale si era spinto a sottolineare come l'esterno non fosse stato brillantissimo nell'andare in un club dove un allenatore come Mourinho non lo considerava. Solbakken non ha ascoltato nessuno. Ha messo a tacere le voci rilasciando un'intervista in cui ammetteva di voler giocare, come logico, ma sapeva di aver bisogno di tempo e parlava benissimo dello Special One. Fine dei rumors? Non tanto. A Bodø, dove non hanno preso bene la sua decisione di andar via a parametro zero, gli facevano notare come, se voleva conquistare la nazionale, aveva bisogno di mettersi in mostra e di giocare, quindi la Roma non era stata - ancora - la scelta giusta.

Look
Anche in questa circostanza, però, Solbakken è andato dritto per la propria strada. Il gol al Verona - da centravanti di razza - chiude così simbolicamente il periodo di adattamento e riscatta pure quel feeling particolare con l'Olimpico che nell'ultima occasione (il 4-0, appunto) si era interrotto bruscamente. Prima di quel pesante ko, il classe ‘98 aveva timbrato il cartellino nel 2-2 del 4 novembre 2021 con un gran gol di sinistro. Non è un caso che domenica sera i compagni gli abbiano fatto i complimenti. Nonostante non parli ancora una parola d'italiano, Solbakken sembra perfettamente integrato nella nuova realtà. Si è affidato persino al barbiere di fiducia dei colleghi per il nuovo look: via i capelli lunghi, ecco un nuovo taglio che gli ha portato fortuna, facendolo diventare il terzo norvegese a segnare in A con la Roma dopo John Arne Riise e John Carew.
di Giorgio Marota / Chiara Zucchelli
Fonte: Corriere dello Sport
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